Gaja Cenciarelli a ‘La Biblioteca incontra’

 
Care lettrici e cari lettori,
venerdì 24 gennaio alle 17.30, per la nostra rassegna “La Biblioteca incontra”, sarà con noi Gaja Cenciarelli per presentarci il suo libro A scuola non si muore (Marsilio) in dialogo con Antonello Ricci.

 
L’AUTRICE
Scrittrice e traduttrice di narrativa e saggistica, Gaja Cenciarelli vive e lavora a Roma.
È specializzata in scritture femminili, in letteratura anglo-irlandese e dei paesi di lingua inglese. Ha scritto romanzi, racconti, interventi critici. Fa parte dei “Piccoli Maestri” e della redazione di “Nuovi Argomenti”.
Ha pubblicato, tra gli altri, Il cerchio (Empirìa 2002), Extra omnes. L’infinita scomparsa di Emanuela Orlandi (Zona 2006), Sangue del suo sangue (nottetempo 2011), La nuda verità (Marsilio 2018) e Domani interrogo (Marsilio 2022; premio Alvaro-Bigiaretti 2023).
Insegna lingua e letteratura inglese a Roma.
 

IL LIBRO

 
Gaja Cenciarelli, A scuola non si muore, Marsilio
 
A scuola non si fuma, a scuola non si beve alcol, a scuola non si alza la voce e non si alzano nemmeno le mani, a scuola si insegna prima di tutto il rispetto, a scuola non ci sono differenze, soprattutto a scuola non si muore. Come tutte le intenzioni e i buoni propositi, anche quello di tenere la morte lontana dalle aule scolastiche fallisce miseramente per Margherita Magnani, che insegna inglese in una scuola della periferia romana frequentata da studenti della periferia romana con famiglie che vivono nella periferia romana, abbandonate dalla politica e sostenute, quando lo sono, da traffici vari e spesso illeciti.
Così, quando la mattina successiva al consiglio di classe il professor Giuliano Colagrossi viene trovato morto e con le mani amputate sul pavimento di un’aula, Margherita Magnani decide di indagare.
Non che l’insegnante abbia una particolare tensione investigativa; anzi, è di quelle che nei film dell’orrore, quando si avverte un rumore dalla cantina, per l’ansia si precipitano a vedere, e non tornano più. L’unica tensione della Magnani è la fede. Ma non è una faccenda religiosa, la Magnani crede in alcuni esseri umani, e cioè nei suoi studenti e nelle sue studentesse. E infatti, quando al professor Colagrossi e alle mani tagliate si aggiungono altri cadaveri, sempre professori mutilati, e la tensione tra corpo docente e studenti cresce, saranno proprio la Magnani e i suoi studenti – sbagliando, inventando, intralciando senza volerlo le indagini della polizia – a trovare il filo che lega i corpi morti a un passato che lo è ancora di più.
 
 
L’incontro sarà anche trasmesso in diretta sul nostro canale YouTube
 
 

La scuola è libertà

Una raccolta di saggi sulla visione montessoriana dell’educazione dei bambini

La scuola di Maria Montessori

 

In anni di intense discussioni relative alla scuola e alla sua riforma, ai docenti così come ai discenti, l’editore milanese con l’aiuto di Vittorino Andreoli – psichiatra e scrittore veronese – ha scelto di proporre in libreria un’antologia degli scritti più significativi della donna che ha rivoluzionato il modo di fare scuola a partire dalla prima metà del Novecento, veri e propri classici del pensiero pedagogico.

Maria Tecla Artemisia Montessori è stata tra le prime donne italiane a laurearsi in medicina; educatrice, pedagogista, filosofa e scienziata, è nota in ambito internazionale per il suo metodo educativo, adottato in numerose scuole materne, primarie e secondarie di primo e secondo grado – tanto che oggi si parla addirittura di possibile arrivo di “maestro digitale” ispirato ai “principi montessoriani”. La sua scuola è una scuola basata sull’amore, che rifiuta l’imposizione di ogni modello predeterminato, capace di gettare semi che aiutino i bambini a sviluppare la propria autonomia e le proprie potenzialità; si tratta di una scuola in grado contemporaneamente di educare e divertire, e che permette ai più piccoli di crescere come le persone che sono e che vogliono essere. La Montessori sosteneva inoltre che ogni bambino può far scoprire al proprio educatore qualcosa che prima gli era sfuggito, secondo un ‘rapporto osmotico’ grazie al quale l’uno può apprendere dall’altro e viceversa.

Nel capitolo intitolato “La scuola e la vita sociale”, la pedagogista italiana fa un riferimento a Mahatma Ghandi, in particolare a quanto il “leader” politico e spirituale aveva affermato in relazione all’educazione: “enunciava la necessità non solo di estendere l’educazione all’intero corso della vita, ma anche di fare della «difesa della vita» il centro dell’educazione”. Detto questo, aggiunge – in aperta critica al sistema scolastico – “nella maggior parte delle scuole ufficiali dirette dallo Stato, ciò che importa è che il programma sia svolto. Se lo spirito dei giovani universitari è colpito dalle deficienze sociali e dalle questioni politiche che agitano appassionanti verità, la parola d’ordine è che il giovane non si deve occupare di politica, ma che deve attendere agli studi sino a che non li abbia portati a termine. Accade così che il giovane, uscito dall’università, avrà un’intelligenza tanto limitata e sacrificata da non essere capace di individuare e valutare i problemi dell’epoca in cui vive”.

Per Maria Montessori “la scuola è libertà” perché, come lei stessa scriveva, “Noi non vogliamo degli allievi compiacenti, ma appassionati, cerchiamo di seminare nel bambino non delle teorie, ma della vita”. La scuola deve quindi insegnare a vivere, deve formare persone consapevoli di loro stesse e del mondo che le circonda, capaci di adottare uno spirito critico in ogni circostanza e libere di crescere seguendo le proprie inclinazioni.

 

Maria Benedetta Mancini