La pulce, la serva e la vecchia scorticata

La riedizione di tre favole da “Lo cunto de li cunti”

L’uscita nelle sale cinematografiche del film di Matteo Garrone “Tale of Tales” (“Il racconto dei racconti”), vincitore di sette David di Donatello e che trae spunto dal “libro mastro” di storie fantastiche scritto nel Seicento da Giambattista Basile “Lo cunto de li cunti, ovvero lo trattenimento de piccerille” (prima raccolta europea di fiabe, conosciuta anche come “Pentamerone”), ha spinto l’editore romano a riproporre tre dei racconti ivi contenute. Alle corti dei re, all’ombra di castelli e in boschi spaventosi pullulanti di orchi, si svolgono vicende avvincenti e trasgressive che hanno per tema le passioni umane. In appendice troviamo i testi originali, in napoletano antico.

 

Maria Benedetta Mancini

 




Stranieri alle porte

È dall’inizio della modernità che alla porta dei popoli bussano profughi in fuga dalla bestialità delle guerre e dei dispotismi o dalla ferocia di una vita la cui unica prospettiva è la fame. Per chi vive dietro quella porta i profughi sono sempre stati stranieri. Solo che oggi è stato scatenato un vero e proprio attacco di ‘panico morale’, il timore che un qualche male minacci il benessere della società. Quei nomadi – non per scelta, ma per il verdetto di un destino inclemente – ci ricordano in modo irritante, esasperante e raccapricciante quanto vulnerabile sia la nostra posizione nella società e fragile il nostro benessere. Dovremmo soffermarci e intendere le parole di papa Francesco: «Cancelliamo ciò che di Erode è rimasto anche nel nostro cuore; domandiamo al Signore la grazia di piangere sulla nostra indifferenza, di piangere sulla crudeltà che c’è nel mondo, in noi, e chiediamoci: chi ha pianto? chi ha pianto oggi nel mondo?».

“Noi siamo un solo pianeta, una sola umanità. Quali che siano gli ostacoli, e quale che sia la loro apparente enormità, la conoscenza reciproca e la fusione di orizzonti rimangono la via maestra per arrivare alla convivenza pacifica e vantaggiosa per tutti, collaborativa e solidale. Non ci sono alternative praticabili. La ‘crisi migratoria’ ci rivela l’attuale stato del mondo, il destino che abbiamo in comune.”