
Claudio Strinati a ‘La Biblioteca incontra’
venerdì 21 marzo alle 17.30, nell’ambito della rassegna La Biblioteca incontra, Claudio Strinati terrà una conferenza dal titolo La fama di Anselm Kiefer dedicata a uno dei massimi artisti del secolo.
Dal 2015 ha costituito, insieme a suo figlio, Federico Strinati, la società Dialogues. Raccontare l’arte, con cui svolge attività legate alla conoscenza e alla divulgazione dell’arte. Dal 2021 è Segretario dell’Accademia di San Luca. Ha curato numerose mostre in Italia e all’estero. Collabora con il quotidiano La Repubblica.
Conta moltissime pubblicazioni scientifiche, tradotte in francese e in inglese.
LA FAMA DI ANSELM KIEFER
Del resto il gigantismo è una dimensione tipica di questo Maestro, universalmente riconosciuto come tale, che forse più di ogni altro nel Novecento può essere considerato il vero, grande esponente dell’arte del dopoguerra. Una sorta di emblema che ha pochi termini di confronto nell’Europa intera e così ce lo mostra Wim Wenders nel bellissimo film Anselm, a lui dedicato.
Kiefer è nato nel 1945 e quindi i suoi esordi sono in realtà piuttosto lontani dall’immediato dopoguerra, ma nessuno come lui ha caricato dentro la sua opera quel clima di disagio morale, ansia di ricostruzione, volontà di riscatto e ristabilimento di un contesto positivo e costruttivo, elementi questi che caratterizzano tutta la sua vastissima e poliedrica opera. Spazia, infatti, dalla pittura alla scultura, all’installazione architettonica.
E tuttavia il suo argomento unico e fondamentale è la rappresentazione dell’“anima tedesca”, perennemente dibattuta tra l’ideale che potrebbe definirsi “goethiano”, intendendo il riferimento al sommo poeta, romanziere e saggista dell’età romantica e quello “wagneriano”, in riferimento alle immani saghe musicali rievocanti situazioni di ancestrale marasma morale e comportamentale connesso col mito nibelungico ibridato sul misterioso cristianesimo delle (presunte) origini, contesto di feroce antisemitismo e custode dell’ossessione della guerra sempre e soltanto all’ultimo sangue. Kiefer ha sofferto atrocemente dell’esperienza nazista pur non avendola vissuta in prima persona e insieme dell’esperienza della lacerazione della Germania tra blocco comunista e blocco atlantico.
L’insieme della sua opera, comunque, vale di per sé a prescindere, come è ovvio, dal retaggio politico, come una specie di colossale eruzione vulcanica che trascina nello spazio artistico sia l’ansia dell’armonia e della suprema bellezza, sia l’orrore di ineliminabili e forse desiderati residui disturbanti e inquietanti.
(Claudio Strinati)
La registrazione dell’incontro è disponibile sul nostro canale YouTube