SONO IL FRATELLO DI XX

Adelphi, 2014

 

A un certo punto di questi racconti si parla di una «calma violenta» – e subito si riconosce il timbro e il passo di una scrittrice per cui l’ossimoro è come l’aria che respira, quasi un segno di riconoscimento, fin dal titolo del suo romanzo più famoso, I beati anni del castigo. Del quale Iosif Brodskij scrisse: «Durata della lettura: circa quattro ore. Durata del ricordo, come per l’au­trice, il resto della vita». Non diverso l’ef­fetto di queste storie, talvolta di una brevità lancinante, talvolta dense come un romanzo. Mescolando all’estro fantastico frammenti di ricordi e apparizioni, amalgamati in uno stile dove domina quello che gli etologi chiamano Übersprung, «di­versione»: quello scarto laterale, apparentemente fuori contesto, che è un segreto ancora insondato del comportamento. E, come si mostra qui, della letteratura.