Gratitudine
Gli articoli usciti sul New York Times prima della morte del famoso neurologo e scrittore inglese
Il senso di gratitudine per la vita
Quando si è vicini alla morte si può reagire in molti modi: maledicendo, strepitando e scalciando contro un destino beffardo o anche – come spesso accade – ricongiungendosi ad una dimensione più spirituale alla ricerca del contatto con il Divino e l’Assoluto. Oliver Sacks in modo assolutamente controcorrente (così come ha vissuto la sua intera vita) in questi scritti non trova né riconciliazioni con la sua religione di provenienza, né rabbia o impotenza per il suo stato di salute. A quasi ottant’anni, ha appena consegnato la sua autobiografia, giusto qualche giorno prima di sapere che il tumore raro di cui soffriva si è riacutizzato ed ormai ha sparso metastasi per tutto il fegato. Questo non lo ferma dallo scrivere e dall’amare (il compagno Billy, di cui trova alla fine il coraggio di parlare in un articolo pubblicato sul New York Times), esattamente come il suo collega scienziato e Premio Nobel, Francis Crick, che morì a ottantotto anni senza aver mai smesso di dedicarsi alle sue ricerche e al suo lavoro.
In questo commovente libro, sono raccolti quattro scritti pubblicati sul New York Times, nel quale l’autore riflette sulla vita e l’amore con la delicatezza e la profondità che lo contraddistinguono, consegnando alla carta le sue emozionanti scoperte, di cui la più importante sembra essere proprio come affrontare la fine del ciclo della vita: “Non posso fingere di non aver paura. A dominare, però, è un sentimento di gratitudine. Ho amato e sono stato amato; ho ricevuto molto, e ho dato qualcosa in cambio; ho letto e viaggiato e pensato e scritto… Più di tutto, sono stato un essere senziente, un animale pensante, su questo pianeta bellissimo, il che ha rappresentato di per sé un immenso privilegio e una grandissima avventura.” Emerge prepotente dalla lettura la gratitudine per sua vita e gli incontri vissuti, l’amore per la fisica e chimica, in particolare gli elementi della tavola periodica – e i suoi libri nella speranza che “possano continuare a «parlare» alla gente dopo la mia morte”.
Leonardo Vietri