Tommaso Landolfi. Un mistero in piena luce

GLI SPECIALI presenta WALTER PEDULLA’ & CARLO SERAFINI

Tommaso Landolfi. Un mistero in piena luce

 

Venerdì 27 Febbraio ore 17:30 “Consorzio Libri: GLI SPECIALI ” presenta WALTER PEDULLA’ & CARLO SERAFINI: Tommaso Landolfi. Un mistero in piena luce.

Sala Conferenze della Biblioteca Consorziale di Viterbo – Viale Trento, 18/

 

Tommaso Landolfi nacque a Pico, in provincia di Frosinone, il 9 agosto 1908 da famiglia nobile fedele per lungo tempo ai Borbone. Landolfi si autodefinì un “rappresentante genuino della gloriosa nobiltà meridionale”. Nel 1932 si laurea in lingua e letteratura russa all’Università di Firenze discutendo una tesi sulla poetessa Anna Achmatova. Sempre a Firenze collabora a diverse riviste quali Letteratura e Campo di Marte. Nel 1937 esce la prima raccolta di racconti, precedentemente apparsi su riviste, Dialogo dei massimi sistemi. A questi seguono diversi altri racconti, tra il fantastico e il grottesco, che caratterizzano la produzione del primo Landolfi, tra i quali spicca la novella gotica Racconto d’autunno, del 1947. Evidente già dalle prime opere è il tema della vanità dell’agire umano, trattato con una apparente e spesso divertita leggerezza, che può però trasformarsi in disperazione e delirio romantico quando si autocompiace nella propria ironica tristezza. Fatta eccezione per brevi soggiorni all’estero, la vita di Landolfi si svolge per lo più tra Roma, le case da gioco di San Remo e Venezia e la residenza di famiglia a Pico Farnese. Nonostante un’esistenza appartata e lontana dai salotti intellettuali e mondani, il suo lavoro è riconosciuto da Giorgio Bassani e Mario Soldati, da Eugenio Montale e Italo Calvino, che ne curerà una antologia nel 1982. In particolare, Calvino sull’atteggiamento di Landolfi scrive:« Il rapporto di Landolfi con la letteratura come con l’esistenza è sempre duplice: è il gesto di chi impegna tutto se stesso in ciò che fa e nello stesso tempo il gesto di chi butta via. » Il demone del gioco, assieme ad altri motivi autobiografici, sono al centro delle opere diaristiche La bière du pécheur (1953), Rien va (1963) e Des mois (1967). Nel 1975 vince il premio Strega con A caso.È stato collaboratore fisso del settimanale Oggi di Arrigo Benedetti (1939-1941). Più tarde sono invece le collaborazioni con Il Mondo di Pannunzio e il Corriere della Sera. Si ammala di una lunga e dolorosa malattia, complice il clima rigido e umido di Pico, dal quale cerca sollievo a Sanremo e Rapallo. A marzo 1978 è già al terzo ricovero, presso l’ospedale di Sanremo, per un ennesimo attacco di cuore, al quale segue la ricerca dell’isolamento e della solitudine. E in solitudine, mentre la figlia si assenta per poche ore, è colpito da enfisema polmonare: si spegne a Ronciglione, presso Roma, l’8 luglio 1979.

 

Walter Pedullà è professore Emerito dell’Università La Sapienza di Roma, nella cui Facoltà di Lettere ha insegnato dal 1958 per quasi cinquant’anni Storia della letteratura italiana moderna e contemporanea. È stato giornalista professionista dal 1962 al 1980, è stato critico letterario dell’Avanti! dal 1961 al 1993 e attualmente collabora al Messaggero, dopo aver collaborato con l’Unità, Italia Oggi, Il mattino. Ha fondato nel 2001 e da tredici anni dirige due riviste culturali: “L’Illuminista” e “Il Caffè Illustrato”. Ha diretto con Nino Borsellino la Storia generale della letteratura italiana, in dodici volumi, che, edita nel 1999 da Rizzoli e Motta, è stata nel 2004 ristampata in edizione economica e in sedici volumi dall’Espresso. Ha diretto la collana di classici italiani Cento libri per mille anni (due interamente curati da lui – uno su Svevo, un altro su narratori e prosatori del Novecento – e due in collaborazione con altri: uno sul saggio del Novecento e uno sulla poesia e il teatro del Novecento). È presidente o membro (o lo è stato di recente) delle giurie, fra le altre, dei maggiori premi letterari (Strega, Viareggio, Campiello, Mondello, Scanno, Pen Club, Flaiano, Bari, nonché Penna, Pisa, Aquileia, Coni, Latina, Oriente-Express, Trulli, Crotone, Vibo, Padula, Siderno, Palmi, Locri, Gela, Messina, Taranto, ecc.).
Ha vinto tra gli altri i premi Vittorini, Borgese, Giusti, Locri, Melfi, Adelphi, Regium Juli, Siderno, Cortina, Montesilvano. È stato Presidente della RAI nel 1992 e nel 1993. Dal 1995 al 31 ottobre 2001 è stato Presidente del Teatro di Roma. È Cavaliere di Gran Croce per meriti culturali. È autore di numerosi libri di saggistica letteraria, tra cui monografie su Savinio, Gadda, Palazzeschi, Debenedetti, raccolte di saggi centrati su temi generali del Novecento come il futurismo, la neoavanguardia, la comicità, la Controcultura, il fantastico, la questione meridionale, l’emarginazione. È con Pagliarani, Malerba, Manganelli, Guglielmi tra i fondatori della Cooperativa Scrittori, della quale è stato Vicepresidente. Ha diretto la Casa Editrice Lerici. Cura per Rizzoli l’edizione delle opere di Stefano d’Arrigo in cinque volumi, di cui tre già usciti, e ha curato opere di Svevo, Alvaro, Pizzuto, Insana, ha introdotto decine di volumi di saggistica e poesia. Per i Meridiani di Mondadori cura un’antologia delle opere di Luigi Malerba

 

Carlo Serafini ha insegnato Letteratura italiana contemporanea presso la Sapienza Università di Roma, dove attualmente è docente di Giornalismo culturale. Tiene corsi di scrittura all’Università de L’Aquila. Laureato in Giurisprudenza e Lettere contemporanee, dottore di ricerca in Italianistica, ha pubblicato articoli e saggi sui maggiori autori del Novecento. Del 2008 è Il quinto comandamento. Studi su Federigo Tozzi (Vecchiarelli). È autore e consulente per “Rai Educational”.