GIOVANNI SOLIMINE APRE “LA BIBLIOTECA INCONTRA”

Venerdì 6 marzo, alle 17,30 (2020), il presidente del “Premio Strega” ospite per il primo appuntamento della rassegna

 

 

GIOVANNI SOLIMINE

“Irpino di origine (sono nato a Bagnoli Irpino il 31 luglio 1951) e napoletano di formazione, vivo a Roma. Sposato dal 1979 con Valeria Di Vita, bibliotecaria. Ho due figlie: Giuliana (1981), madre di un nipotino stupendo, e Marina (1989), lau- reata in Relazioni internazionali alla Sapienza e che muove i primi passi nel la- voro editoriale. Molto curioso, amo viaggiare e mi è capitato di dormire in alber- ghi particolari, forse non lussuosi, ma che avevano ospitato giovani musicisti come Bob Dylan e Joan Baez in cerca di fortuna a New York, o George Orwell, re- duce dalla guerra civile spagnola, oppure nell’albergo in cui pare che Stalin ab- bia lavorato come portiere di notte. La stessa curiosità mi ha spinto ad andare a mangiare nel ristorante abitualmente frequentato da Federico Garcia Lorca, o in quello dove solitamente si reca il detective Pepe Carvalho nelle storie raccontate da Manuel Vázquez Montalbán, o, ancora, nel Café Tortoni di Buenos Aires caro a Borges o il Caffè letterario di San Pietroburgo al numero 18 della Prospettiva Nevskij, dove Puškin cenò prima di recarsi al duello in cui restò ucciso. Porto negli occhi e nel cuore le immagini indimenticabili dei luoghi più emozionanti che ho avuto la fortuna di visitare: in ordine di preferenza l’Argentina (le cascate di Iguazù a nord e il parco dei ghiacciai in Patagonia), Praga, l’India (tutta, ma lo splendore del Taj Mahal, le scene del bagno nel Gange a Benares e gli odori, purtroppo non riproducibili in fotografia, di alcuni mercati mozzano il fiato), il mercato della Boqueria a Barcellona, Manhattan (ma innanzi tutto il gratta- cielo della Chrysler), il Tempio del cielo di Pechino, le architetture e i colori del Perù e il mare delle isole dei Caraibi, i tram di Lisbona e l’acropoli di Atene. Nel tempo libero coltivo poche grandi passioni. Due su tutte: il Presepe e Totò. Da una terza, la squadra di calcio del Napoli, mi aspetto grandi soddisfazioni”. A questa bella auto-descrizione aggiungeremo solo che Giovanni Solimine è Pro- fessore Ordinario di Biblioteconomia presso L’Università La Sapienza di Roma dove è stato anche Direttore del Dipartimento di “Lettere e Culture Moderne”. Dal febbraio 2017 è presidente della Fondazione Bellonci, che tra i suoi compiti, ha proprio l’organizzazione del Premio Strega. Ha inoltre presieduto dal 2010 al 2017 il Forum del libro, di cui è ora presidente onorario. Moltissime le pubblica- zioni comparse sulle principali riviste di biblioteconomia, tra le quali ha anche diretto il “Bollettino AIB” (2001-2010) e “Libri e riviste d’Italia” (2009-2014). Dal 2015 dirige “Biblioteche oggi Trends. Rivista di studi e ricerche”. Nel 2010 gli sono stati conferiti il Premio Gifuni e il Premio Fiesole, mentre nel 2018 è stato proclamato socio d’onore dell’Associazione Italiana Biblioteche

 

PREMIO STREGA

“Già da tempo cominciavo a pensare ad un nostro premio, un premio che nessuno ancora avesse mai immaginato. L’idea di una giuria vasta e democratica che comprendesse tutti i nostri amici mi sembrava tornar bene per ogni verso; confermava il nuovo acquisto della democrazia”.

Così Maria Bellonci racconta la nascita, in seno al gruppo degli Amici della domenica, dell’idea di dare vita a un nuovo premio letterario, che contribuisse nell’Italia del primo dopoguerra alla rinascita culturale del Paese. Il Premio Strega venne annunciato il 17 febbraio 1947 e, grazie al mecenatismo di Guido Alberti, gli venne dato il nome del liquore prodotto dall’azienda di famiglia. Da allora gli Amici della domenica, che oggi costituiscono un corpo elettorale di quattrocento persone diversamente inserite nella cultura italiana, si riuniscono ogni anno per scegliere in due successive votazioni il vincitore: la prima in casa Bellonci, in giugno; la seconda al Ninfeo di Villa Giulia, a Roma, ai primi di luglio.

Sin dalla nascita il Premio Strega è stato indice degli umori dell’ambiente culturale e dei gusti lette- rari degli italiani. I libri premiati hanno raccontato il nostro Paese, documentandone la lingua, i cam- biamenti, le tradizioni. In questi settant’anni le scelte compiute dal Premio hanno incoraggiato i lettori italiani a leggere sé stessi, la loro storia e il loro presente attraverso lo specchio della narrativa contem- poranea. Non poteva essere altri- menti se si riflette sulla statura dei personaggi che facevano parte del gruppo originario degli Amici della domenica e se si scorre l’Albo d’O- ro dei vincitori, che è documento estremamente eloquente.

 

Per informazioni: Biblioteca Consorziale di Viterbo – 0761/220789
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