L’Approdo

Nel mondo di Shaun Tan

In quale mondo scenari futuristici si sposano con l’estetica delle fotografie antiche? E animali fantastici si intercalano nelle attività quotidiane più comuni? Ovviamente nel mondo di Shaun Tan, dove l’impossibile diventa reale e il verosimile assume tratti onirici e surrealistici. Come un moderno Re Mida dell’illustrazione, Shaun Tan trasforma nel suo linguaggio speciale ogni tema che affronta. E ne “L’Approdo” – imperdibile capolavoro ristampato da Tunué – riesce a confrontarsi con un argomento che è tra i più scomodi e attuali: quello dei migranti e dei viaggi della speranza (o spesso disperazione).

La solitudine della partenza, la sorpresa dell’approdo in una terra straniera, l’imbarazzo dei primi controlli e delle schedature, la difficoltà dell’incomprensione dettata dalla diversità di lingua, cultura e bagaglio culturale. Tutti aspetti realistici e profondamente umani, Shaun che Tan riesce a dipingere con rara maestria, e poesia, mettendo in scena “un documentario magicamente raccontato tramite il Surrealismo”, per dirla con Art Spiegelman, creatore di Maus. Questa graphic novel, forse l’opera più intensa dell’illustratore australiano, ha vinto fra gli altri riconoscimenti, l’ambito premio Fauve d’or al Festival Internazionale di Angoulême in Francia e la Menzione speciale alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna, i due più importanti meeting europei dedicati all’illustrazione. Per documentarsi, l’autore ha parlato a lungo con chi ha vissuto sulla propria pelle la dimensione di migrante, rifugiato, apolide (ricordiamoci quando gli albanesi eravamo noi, e sbarcavamo negli Stati Uniti in cerca di un futuro migliore), a partire da suo padre, che arrivò in Australia Occidentale dalla Malesia nel 1960. Tra i riferimenti e le coordinate visive adoperate dall’australiano figurano fotografie d’epoca, libri sul fenomeno dell’immigrazione, ma anche dipinti cartoline e addirittura il film “Ladri di Biciclette”, del nostro Vittorio De Sica. Dall’Ellis Island Immigration Museum di New York, Tan ripreso i volti dei passaporti dei migranti di allora e ne ha disegnato una galleria di volti di  concertante bellezza. “L’Approdo” è una storia contemporaneamente fuori dal tempo e ben radicata nel presente di oggi, come quello di ieri.

 

Leonardo Vietri