Armageddon. La valle di tutte le battaglie

Collana «Saggi. Storia, filosofia e scienze sociali»

Bollati Boringhieri, 2016

 

C’è un luogo della bassa Galilea, nell’odierno Stato d’Israele, che ha forse visto il maggior numero di battaglie al mondo: è la valle di Jezreel, Esdraelon nella Bibbia. Su una collina, ai margini della fertile piana sottostante, sorge Megiddo, una delle città più antiche di cui si abbia notizia. Abitata fin dal 7000 a.C., oggi è un sito archeologico offerto ai turisti, ma a suo tempo fu una potente città-stato, situata strategicamente sul crocevia degli antichi sentieri che collegavano tra loro le superpotenze dell’antichità: Mesopotamia (a Oriente), Egitto (a Meridione) e Anatolia (a Settentrione). Pochi chilometri verso Occidente si apre il Mar Mediterraneo, con le sue rotte commerciali e le sue navi da guerra a solcarne le onde.
Qui il faraone Pepi I combatté nel 2350 a.C. una delle prime battaglie di cui si abbia notizia storica; qui, quasi mille anni dopo, Thutmose III sconfisse i cananei, e cinque secoli dopo re Saul e suo figlio Gionata vennero uccisi dai filistei. Luogo strategico di un’eterna «periferia contesa», Megiddo vide passare le armate di tutti gli eserciti, dalle truppe romane di Vespasiano (67 d.C.) all’ondata irresistibile degli arabi (946), dai bizantini (975) ai Crociati (1187), dai Mamelucchi (1270) a Napoleone (1799), per finire con gli inglesi del generale Allenby (1918) e gli israeliani della base aerea di Ramat David (1973). Tutto in un fazzoletto di terra. L’ebraico Har Megiddo, «monte di Megiddo», a un orecchio greco suona «Armageddon», e non è un caso che proprio qui venga posta nel libro dell’Apocalisse la battaglia definitiva tra il Bene e il Male. Eric Cline rende viva sotto i nostri occhi questa piccola valle e le sue molte battaglie, raccontandoci con prosa avvincente tutte le luminose speranze, le vittorie inebrianti e le tragiche sconfitte che hanno fatto di questo luogo uno dei punti in assoluto più contesi del pianeta, in ogni epoca.

 

L’autore

Eric H. Cline è docente nel Dipartimento di Lingue e civiltà classiche del Vicino Oriente e Direttore del Capitol Archaeological Institute presso la George Washington University. Ha al suo attivo decine di campagne di scavo in Israele, Egitto, Giordania, Cipro, Grecia, Creta e negli Stati Uniti, tra le quali nove campagne presso Megiddo (l’Armageddon della Bibbia), in Israele, di cui codirige il sito archeologico. Ha vinto per ben tre volte il Premio «Best Popular Book on Archaeology» della Biblical Archaeological Society, è spesso apparso in televisione e in radio ed è prolifico autore di articoli scientifici e di libri divulgativi, tra i quali ricordiamo Jerusalem Besieged. From Ancient Canaan to Modern Israel (2004), From Eden to Exile. Unraveling Mysteries of the Bible (2007), Biblical Archaeology.A Very Short Introduction (2009) e The Trojan War. A Very Short Introduction (2013). Per Bollati Boringhieri è uscito 1177 a.C. Il collasso della civiltà (2014, quattro edizioni).