L’ORCHESSA

Adelphi, 2014

 

I suoi lettori ormai lo sanno: oltre che una meravigliosa romanziera, Irène Némirov­sky è stata una eccellente autrice di racconti. Ne scrisse per tutta la vita, fino ai mesi che precedettero l’arresto (quando era costretta a firmarli con uno pseudonimo e a farli pagare alla balia delle sue figlie). D’al­tron­de, fra i suoi modelli letterari c’erano Cechov, Maupassant e la Mansfield, dei qua­­li Irène amava l’asciuttezza, il cinismo venato di pietà, l’abilità nel delineare in poche pagine un intero mondo. Qualità che ritroviamo nei racconti riuniti in questo volume – nove narrazioni folgoranti dove la Némirovsky ripercorre ancora una volta i temi che le sono cari: il destino di rassegnazione e di attesa che segna la vita di molte donne, la solitudine astiosa in cui invecchiano molte altre, gli oltraggi che il tempo infligge alla bellezza, la nostalgia del passato, il rapporto tra madri e figlie. E ritroviamo anche l’irresistibile malia della sua petite musique, di quello stile incantatorio che unisce l’estrema raffinatezza alla massima naturalezza: come scrisse un critico, «se l’autrice raggiunge questa poesia di cenere e d’oro, ciò avviene quasi di sfuggita, involontariamente, per caso».